L’ Ionian Dolphin Project mira a garantire la conservazione delle specie di mammiferi marini nelle acque greche

Delfini comuni, tursiopi e la foca monaca del Mediterraneo sono studiati con diverse tecniche di ricerca per capire come interagiscono con il loro ambiente

La ricerca condotta dall’Ionian Dolphin Project si concentra principalmente su tre specie: il tursiope, il delfino comune e la foca monaca del Mediterraneo. Queste due specie di delfini si trovano regolarmente nelle acque costiere della Grecia orientale, mentre la foca monaca è una specie meno abbondante e dal carattere sfuggente.

tursiope (Tursiops truncatus)

Tursiope (Tursiops truncatus)

Il tursiope, la specie di cetaceo più frequente nelle acque costiere del Mediterraneo, è stato influenzato negativamente dalle attività umane in numerosi modi. Fino agli anni ’60, era uno dei principali obiettivi delle campagne di abbattimento, con la conseguente uccisione di migliaia di animali. In tempi recenti, la mortalità accidentale negli attrezzi da pesca, la diminuzione delle sue prede causata dalla pesca eccessiva, il degrado dell’habitat, il traffico navale, il rumore e gli effetti sulla sua salute causati dall’inquinamento costituiscono le principali minacce alla sua sopravvivenza. I tursiopi in Mediterraneo sono attualmente classificati come Vulnerabili nella Lista Rossa dell’IUCN.

delfino comune (Delphinus delphis)

Delfino comune (Delphinus delphis)

In passato una delle specie di cetacei più abbondanti nel Mar Mediterraneo, il delfino comune è diminuiti in tutta la regione dagli anni ’60. L’Ionian Dolphin Project mira a capire, attraverso un monitoraggio a lungo termine, come le comunità di delfini locali interagiscono con il loro ambiente e come le attività umane – in particolare la pesca e l’inquinamento– possano influenzare il loro stato di conservazione. Utilizzando tecniche all’avanguardia, il progetto fornisce gli strumenti per 1) informare quindi mettere in pratica azioni di gestione dell’area, 2) promuovere la conservazione dell’ambiente marino in Grecia, e 3) sostenere gli sforzi di conservazione nell’intera regione mediterranea.

Nel 2003 la loro popolazione mediterranea è stata classificata come Endangered nella Lista Rossa IUCN. Le cause del loro declino generalizzato includono l’esaurimento delle prede a causa della pesca eccessiva e la mortalità accidentale negli attrezzi da pesca.

Foca monaca del Mediterraneo (Monachus monachus)

Dopo essere stata considerata in “Pericolo critico” per quasi due decenni, lo stato della foca monaca del Mediterraneo è stato ridotto nel 2015 a “In pericolo” nella Lista Rossa dell’IUCN, sulla base del fatto che la concentrazione degli individui di foca monaca è rimasta stabile o persino aumentata in alcune zone specifiche del loro areale di distribuzione (vale a dire, Madeira, Mauritania e alcune porzioni del Mar Egeo). Tuttavia le foche monache del Mar Ionio, che studi recenti hanno delineato come parte di una sottopopolazione geneticamente distinta dalle foche dell’Egeo, potrebbero ancora esistere in uno stato abbastanza precario e potrebbero ancora qualificarsi come in Pericolo Critico. Le informazioni sul loro numero, l’ecologia e le minacce sono più scarse che per l’Egeo, anche se la pressione della pesca e delle attività turistiche è piuttosto alta per le foche monache dello Ionio.

Metodi di ricerca

  • Monitoraggio dei delfini nelle aree di studio, condotto giornalmente dal gommone a chiglia rigida, euipaggiato da motore fuoribordo 100HP.

  • Foto-identificazione utilizzata per ottenere stime di abbondanza dei delfini e informazioni sui movimenti, sull’utilizzo dell’habitat, sull’organizzazione sociale e sul successo riproduttivo dei diversi individui.

  • Monitoraggio della dimensione dei gruppi e del comportamento dei delfini durante le sessioni di osservazione a lunga durata, che vengono successivamente analizzate attraverso un software GIS.

  • Monitoraggio di altre specie marine, tra cui tartarughe, tonni, pesce spada e uccelli durante le uscite in mare.

  • Esame di eventuali delfini morti trovati alla deriva o spiaggiati nell’area di studio, per individuare, quando possibile, le cause del decesso, e raccolta di campioni biologici per ulteriori indagini. Viene anche monitorata la presenza di delfini impigliati in attrezzi da pesca.

  • Valutazione delle interazioni tra delfini e attività di pesca locali.

Esempio di evoluzione della pinna dorsale di un tursiope osservato regolarmente dal team IDP nel Mar Ionio tra il 2004 e il 2010

shapes of dorsal fins of dolphins