Fotoidentificazione a lungo termine delle balenottere comuni del Santuario Pelagos: una base per la conservazione

Pubblicato in questi giorni sulla rivista  Aquatic Conservation: Marine and Freshwater Ecosystems, un articolo scientifico basato sui primi due decenni di raccolta dati in Mar Ligure, che costituisce una base importante per la ricerca e la conservazione della preziosa popolazione di balenottere comuni (Balaenoptera physalus) del Santuario Pelagos.

Long-term photo-identification study of fin whales in the Pelagos Sanctuary (NW Mediterranean) as a baseline for targeted conservation and mitigation measures

Authors: Margherita Zanardelli, Sabina Airoldi , Martine Bérubé, J. Fabrizio Borsani, Nathalie Di Meglio, Alexandre Gannier, Philip S. Hammond, Maddalena Jahoda, Giancarlo Lauriano, Giuseppe Notarbartolo di Sciara,  Simone Panigada.

Quando Tethys iniziò a studiare sistematicamente i cetacei nel Mediterraneo nord-occidentale, le balenottere erano forse gli animali più iconici. Giganti del mare, addirittura la seconda specie più grande mai esistita sul pianeta, eppure regolarmente presenti nel “piccolo” Mediterraneo, di loro non si sapeva molto al di là delle informazioni ottenute da occasionali animali spiaggiati. Ma quante erano? Erano sempre gli stessi individui che venivano a nutrirsi nelle acque del Mediterraneo nordoccidentale o erano visite occasionali dall’Atlantico? Ma soprattutto: questa popolazione era al sicuro o la sua conservazione era, ed è, a rischio?

Un metodo molto efficace per studiare i cetacei è la fotoidentificazione, che permette di descrivere ogni individuo, e di riconoscerlo a un nuovo riavvistamento. Tethys è stata la prima a creare un catalogo delle balenottere del Santuario Pelagos e detiene ad oggi la serie di dati più lunga del suo genere (comprese le altre specie di cetacei regolari dell’area di studio del progetto Cetacean Sanctuary Research). Forse ai non addetti ai lavori sembrerà difficile credere quante informazioni può contenere un catalogo di animali avvistati, aggiornato per decenni.

Il lavoro, a firma di Margherita Zanardelli e altri ricercatori Tethys, assieme a colleghi di altri 3 prestigiosi istituti internazionali, si estende su un’arco di quasi 20 anni, dal 1990 al 2007; riunisce praticamente tutti i cataloghi di questa specie nell’area, ed è tra le fondamenta su cui poggiano ancora oggi le ricerche nel mar Ligure e di Corsica.

Oltre agli autori, molti sono i collaboratori, gli enti, gli sponsor, gli skipper e soprattutto i partecipanti di “citizen science” che hanno reso, e rendono, possibile un monitoraggio ininterrotto dei cetacei del Santuario Pelagos. A tutti loro va il più sentito grazie.

Maddalena Jahoda

L’articolo completo è ottenibile dalla Wiley Online Library o può essere consultato gratuitamente on line

Abstract

  1. Historical abundance estimates are important for establishing baselines from which trends can be determined using more recent data. Long-term studies based on photo-identification were merged and used to estimate population size, survival rate and sex ratio (biopsy sampling) of fin whales in the North-western Mediterranean.
  2. Merging four existing photo-id catalogues yielded a Mediterranean catalogue with 507 individually identified fin whales. Ninety-five (18.7%) individuals were resighted at least once during the study period (1990–2007): 71 whales were resighted in different years, 24 within the same season and 13 both in the same season and in different years. The number of resightings within-season ranged from one to four, over periods from 1 to 90 days.
  3. Capture histories from these individuals were used in the capture–recapture analyses. Estimates of the animals present in the area each year between 1991 and 1995 through different modelling approaches were consistent: 900–1,000 from a POPAN open population model; 1,200 from a multi-sample closed population model; and 900–1,100 from simple two-sample closed population models for pairs of consecutive years, all with heavily overlapping 95% confidence intervals.
  4. The estimated apparent survival rate of 0.916 (95% CI = 0.773–972) was lower than expected, which may be linked to temporary or permanent emigration, or mortality possibly owing to ship strikes.
  5. Conservation and mitigation measures such as Important Marine Mammal Areas and Particularly Sensitive Sea Areas are presented and discussed.

Citation: Zanardelli, M., Airoldi, S., Bérubé, M., Borsani, J.F., Di-Meglio, N., Gannier, A. et al. (2022). Long-term photo-identification study of fin whales in the Pelagos Sanctuary (NW Mediterranean) as a baseline for targeted conservation and mitigation measures. Aquatic Conservation: Marine and Freshwater Ecosystems, 1–14. https://doi.org/10.1002/aqc.3865