I delfini studiati su YouTube

Avreste mai pensato che i filmati che avete postato su YouTube possano aiutare nella raccolta di importanti informazioni sulla presenza e distribuzione dei cetacei in zone poco studiate? Oltre 500 non-specialisti hanno aiutato – che lo volessero o no – i ricercatori nelle acque della Grecia, filmando i delfini nel corso di avvistamenti occasionali e postandoli sulla popolare piattaforma di social media.

Con sempre meno fondi disponibili per la ricerca ambientale, la cosiddetta citizen science (scienza dei cittadini, letteralmente) può venire in aiuto in molti modi, in questo caso con la raccolta di dati in mare. I ricercatori, di Tethys e dell’Università di Salonicco in Grecia, hanno infatti analizzato tutti i video geolocalizzati e che ritraevano delfini nelle acque elleniche che sono riusciti a trovare.

I risultati dell’insolita operazione, messi a confronto con quelli della letteratura scientifica,si sono dimostrati altamente concordanti. Gli esperti ne hanno quindi tratto la conclusione che i video dei social media possono essere effettivamente una fonte attendibile di informazione sulla presenza e distribuzione dei delfini e quindi uno strumento complementare alle ricerche convenzionali, in particolare nelle aree poco conosciute e con risorse limitate.

M.J.

Giovos I, Ganias K, Garagouni M, Gonzalvo J. 2016. Social Media in the Service of Conservation: A Case Study of Dolphins in the Hellenic Seas. Aquatic Mammals 42: 12–19.

Altri due lavori scientifici sono appena stati pubblicati con coautori dell’Ionian Dolphin Project (IDP):

Bräger Z, Gonzalvo J, Agazzi S, Bearzi G. 2016a. Identification of Bottlenose Dolphin (Tursiops truncatus) Prey Using Fish Scale Analysis. Aquatic Mammals 42: 63–73.

Bräger Z, Moritz T, Tsikliras AC, Gonzalvo J, Radulović M, Staszny Á. 2016b. Scale morphometry allows discrimination of European sardine Sardina pilchardusand round sardinella Sardinella auritaand among their local populations. Journal of Fish Biology: n/a–n/a.