Eccezionali incontri con gruppi di capodogli con neonati: il Santuario dei cetacei ancora più importante per la loro tutela
Sei distinti incontri con grandi gruppi di capodogli (Physeter macrocephalus), comprendenti anche femmine con piccoli e addirittura neonati: sono avvistamenti decisamente fuori dal comune che hanno caratterizzato la fine dell’estate nelle acque del Santuario Pelagos, e in particolare nel mar Ligure e di Corsica.
La presenza di questi grandi cetacei nel Mediterraneo, classificati a rischio d’estinzione, non è insolita di per sé nelle acque del Santuario, area protetta per i mammiferi marini comprendente mar Ligure, di Corsica e Tirreno, dove si incontrano tipicamente maschi solitari o in piccoli gruppi. Le femmine con i piccoli, che invece formano stabili e complessi gruppi “famigliari”, vengono avvistate in genere più a sud. La loro comparsa in un’area più settentrionale sembrerebbe una tendenza già preannunciata l’anno scorso, un dato che gli esperti stanno ora attentamente valutando.
Ben tre avvistamenti sono segnalati dai ricercatori dell’Istituto Tethys nell’ambito del progetto Cetacean Sanctuary Research (CSR), il 5, il 7 e l’8 ottobre, al largo di Sanremo e di Bordighera; un altro, il 6 ottobre all’altezza di Capo Mele, si deve al monitoraggio di balene e delfini condotto da Guardia Costiera e Tethys con un drone a lungo raggio.
Tutto questo fa seguito alla notizia, dei primi di ottobre, della nascita di piccoli nel mar di Corsica, testimoniata dalla barca francese “Eden”, e dall’osservazione di un altro gruppo, probabilmente di giovani maschi, da parte di Whale Watching Imperia, Golfo Paradiso, in settembre.
È vero che occasionali capodogli neonati sono segnalati “storicamente” anche in quest’area, ma negli ultimi due anni si è avuta la sensazione che qualcosa stia mutando. Con i cambiamenti climatici il Mediterraneo si sta riscaldando di più e più rapidamente degli altri mari; il 2022 è stato un anno tra i più caldi degli ultimi venti e non solo: le temperature elevate si sono manifestate in anticipo, già a maggio. Una relazione con questi fenomeni è un’ipotesi a cui viene spontaneo pensare: possibile, ma ancora tutta da dimostrare.
L’emozione di incontrare fino a 24 capodogli assieme, con dei piccoli allattati dalle mamme, è stata forte per i partecipanti all’ultimo turno del progetto di citizen science, a bordo dell’imbarcazione “Pelagos” basata a Portosole Sanremo. Ma i ricercatori si interrogano ora se sia una buona notizia o meno.
Questa fluttuazione nella distribuzione dei capodogli, da una parte conferma l’importanza del Santuario per i cetacei, ma dall’altra suscita, paradossalmente, anche una certa preoccupazione. Il Mediterraneo, e la parte nord occidentale in particolare, è uno dei mari con maggior traffico marittimo al mondo, e i casi di grandi cetacei uccisi o feriti a causa di una collisione sono frequenti; questo vale a maggior ragione per i gruppi di capodogli con piccoli che a differenza dei maschi adulti stanno molto più a lungo in superficie.
Anche l’inteso rumore sottomarino generato probabilmente da attività di prospezione geosismica registrato durante alcuni degli avvistamenti di gruppi sociali di capodoglio, è considerato allarmante dai ricercatori. Diversi cetacei sono infatti vulnerabili alle emissioni sonore; anche se non è stato dimostrato per i capodogli, vale sicuramente per un’altra specie con comportamento e habitat molti simili come lo zifio (Ziphius cavirostris), che dai sonar militari può essere ucciso in massa.
Certo è, ribadiscono gli esperti di Tethys, che il Santuario Pelagos, istituito nel 1999 con uno storico accordo tra Italia Francia e Principato di Monaco, è oggi ancora più importante se è vero che per i capodogli non è più solo il tradizionale quartiere di alimentazione, ma anche una zona di riproduzione.
Ciononostante restano tante le minacce alla sopravvivenza di balene e delfini del Mediterraneo causati dall’uomo, dalla perdita di habitat all’inquinamento, e molto altro. A queste se ne aggiunge un’altra se, come sembra, le “famiglie” di capodogli con piccoli frequentano la zona in autunno-inverno.
Nel frattempo continua il monitoraggio, proprio in questo periodo “critico”, condotto da Tethys assieme alla Guardia Costiera, con il drone messo a disposizione dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA) e fornito dal consorzio franco-portoghese REACT. Il survey andrà avanti fino a dicembre ed è possibile anche grazie al contributo di Ameryacht e del servizio finanziario Flowe.
Maddalena Jahoda